lunedì 10 novembre 2008

Amorevole sogno….sognante amore (terza parte)


E il tempo infatti passò.

Ogni giorno andava in ospedale e ogni giorno era la solita storia, le solite frasi di circostanza.

Man mano che il giorni passavano vedeva la madre trasformarsi. Era irriconoscibile. Si stava gonfiando a dismisura e dei bei lineamenti che le erano propri ormai ne rimanevano solo una lontana parvenza.

“E’ normale tutto ciò?” chiese all’infermiera non più strega, che aveva scoperto chiamarsi Piera.

“Si! Purtroppo l’immobilità e la patologia stessa tendono a far gonfiare il corpo.”

“Ti sembrerò cattivo….”esitò a confidarle quel pensiero ma lei era l’unica che, forse, avrebbe capito cosa stava per confessare “…ma certe volte vorrei che morisse….” rivelò, evitando di guardare quei due occhi che ora non sembravano più tanto orrendi come anche il suo naso.

“Non ti vergognare delle tue parole. Sai quante volte le ho sentite? Sai quante persone esultano perché salviamo il loro caro e dopo un po’, quando si rendono conto che si stanno decomponendo nel letto, domandano: perché non è morto subito? Oppure ci chiedono: ma non potete staccare i macchinari? Quindi i tuoi dubbi sono più che legittimi.”

Avrebbe voluto abbracciarla. Avrebbe voluto piangere tenendola stretta a se.

Questo pensiero lo turbò molto. Immaginare di abbracciarla le fece sentire uno sfarfallio allo stomaco. Ma la sensazione di fugace benessere venne interrotta dal suono del monitor.

Il cuore della madre cominciò a battere all’impazzata, quasi come il suo.

Uscì accompagnato da Piera.

“Stà morendo?”

“Può darsi. Come può essere una crisi passeggera.”

“Non so che fare, che pensare.”

Lei gli prese una mano e lui riebbe nello stomaco quello sfarfallio.

“Te lo ripeto. Non vergognarti dei tuoi pensieri. Faccio questo mestiere da tanti anni e ti posso assicurare che non è insensato quello che stai pensando, né da biasimare. Anzi, desiderare che il tuo caro si liberi da questo fardello è solo un atto di amore, volerlo tenere qui a soffrire è solo egoismo puro.”

Lui le strinse la mano tra le sue. Se ne andò a casa con nel cuore un misto di sentimenti.

Aveva ormai la certezza di provare qualcosa per quella donna che, in altre circostanze, non avrebbe degnato di un sguardo.. Nei giorni passati in ospedale lei, compatibilmente con i turni, era sempre stata presente, aveva una parola di conforto in ogni occasione.

Ma se il sentimento che nutriva fosse solo gratitudine? E, cosa ancora più importante, lei cosa provava??

La crisi della madre come aveva predetto Piera, fu passeggera. La cosa lo rallegrò. Ma ben presto si rese conto che il suo buonumore era dovuto al fatto che finché la madre era in vita lui l’avrebbe incontrata. Appena entrava in rianimazione la cercava oltre i vetri. E se si rendeva conto che non era di turno, la tristezza invadeva il suo animo. Guardava la madre e le confidava in un orecchio “Ti sarebbe piaciuta.” E non sapeva se era la sua immaginazione o se accadeva sul serio, ma ogni volta gli sembrava che lei accennasse un sorriso all’udire quelle parole.

E il giorno inevitabilmente arrivò.

Lui e Piera stavano parlando delle loro vite.

“Se non ci fossi stata tu in questo posto, tutto sarebbe stato più orribile.” le confidò arrossendo.

Lei lo guardò con dolcezza “Ti ringrazio, ma anche tu hai riempito la mia vita”

Quelle parole furono come un balsamo emolliente su una ferita dolorosa. Poteva abbracciarla?

Forse no, ma prenderle dolcemente la mano e baciarla, dopo essersi accertato che nessuno li vedesse, si.

“So che non avrai voglia di divertirti, ma se ti va stasera potremmo andare a mangiare qualcos..”

“Ne sarei contento” disse senza manco farle finire la frase.

Il telefono li destò che erano ancora abbracciati.

“Parlo con il figlio della signora Valace? Sono il medico della rianimazione…..”

“E’ morta!”

Piera lo abbracciò, baciandolo.

Sua madre se ne era andata, ma gli aveva fatto un regalo. Le aveva fatto conoscere quella che sarebbe stata e, ora ne era convinto, la donna della sua vita. Aveva sicuramente atteso di ascoltare quelle parole, di avere la sicurezza di non lasciarlo solo, prima di andarsene. Tutto ciò rese il distacco doloroso ma meno traumatico. Al funerale andò sorretto da una donna speciale.

Il pensiero volò al loro primo incontro e alla voglia di denunciarla se la madre fosse morta. Sorrise, mentre il prete dava l’estremo saluto. Lei lo guardò confusa “Un giorno, piccola mia, ti dirò perché sto sorridendo” pensò stringendole la mano.


Il trillo del cellulare lo svegliò che era madido di sudore nonostante fosse inverno.


21 commenti:

  1. errata corrige: MADIDO no matido :D

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  2. Uff... eh lo sapevo: 2 tragedie in una. La madre comunque si gira nella tomba a sapere che il figlio faceva il provolone con l'infermiera mentre lei era in agonia, altro che regalo!!!. Spero come minimo che nella IV parte crepi anche lui.

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  3. errata corrige: Man mano che I giorni, no il giorni >:( sveglia!

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  4. v3l3no ma non hai storie piu' interessanti da leggere che queste de ste donnine melense, figli provoloni , vecchiacce che nun schiattano , infermiere poco serie ecc ecc?

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  5. ti ha stizzito la "doppietta" di errata corrige? Su... Su... all'erta. eheheheh

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  6. ciao veleno grazie per la correzione che ho già provveduto ad effettuare smakkkkkkkkk

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  7. ah cmq errata corrige per errata corrige si dice DONNINE MELENSI.......

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  8. ops scusa avevi ragoione il plurale femminile di melense è melense ciao hahahahahah

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  9. i tuoi commenti mi piacciono......... grazie :D

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  10. e poiiiiiiiiiii devi leggere la 4° parteeeeee dove tutto può succedere

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  11. mon cher v3l3no non posso stizzirmi per cose di cui sono mero latore....

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  12. brava patty però aspetto la 4 parte..ma stai lavorando anke alla 5 -6-7-8-9- parte o la storia si ferma??? e se poi mi diventi come la rowling quella di harry potter!!!! oho però la storia continua a farmi piangere ...eh nn va bene cossi....kisssssss paola

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  13. azz io pensavo ke veleno fosse na donna ..invece è omo ..hihihi ke botta sdoing hihihi ciao ciao paola

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  14. hahhhaah paola no no ti prometto che mi fermo alla 4° parte smakkkkkkkkkkkkkkk

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  15. maremma incasinata, ma sempre casini combino? scusa elisabetta ho confuso le tue risposte con quelle di veleno hahahaha smakkkkkkkkkk

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  16. ahuahuahu siete fora de cò hihihihihihi paola

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  17. Ommadò, certo che tutte e tre fate un bel gruppettino... Dateci una "botta" di CTRL ALT CANC e rivediamoci tutti alla IV parte. (... con la speranza che crolli tutto l'ospedale)

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  18. Ciao Patty, colgo l'occasione anzitutto per ringraziarti della tua collaborazione e ribadire che tutte le volte che vorrai sarò lieta di ospitare tuoi scritti dai quali si evince una forte sensibilità ed una notevole conoscenza professionale cose che fanno di te la persona che io apprezzo, pubblicherò a breve l'epilogo della storia, epilogo che stupirà i nostri lettori e che li renderà ansiosi di leggere nuove storie da te pensate. un bacio eli

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  19. azzz veleno....che facevamo un bel gruppettino già me lo immaginavo....okkio peròòò a non finire nel mezzo hihihihi io non rispondo di me !!!! e le altre due minimo si dissociano ahuahuahua ....bye bye paola hihihi

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  20. azz pensavo che veleno avesse già risposto ....al ctrl-alt-canc e invece oibò oibò ancora nessuna risposta ..cè ....uhmmmmm...che delusioneeee....hihihi paola

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