lunedì 1 dicembre 2008

Libri e librai


E' quasi natale, ed ecco il dilemma, Cosa regalare? Ho optato spesso per i libri. Anche quando non si e' lettori accaniti prima o poi si decide di leggerlo, quello lì in alto sulla libreria, impolverato . Pensando all'acquisto di libri-regalo, ho automaticamente pensato alle piccole librerie e di conseguenza ai titolari di esse, cosi il mio pensiero sornione li ha suddivisi in tre categorie, che vado ad elencarvi .
Il muto. Non è davvero muto, però conduce la sua vita di negozio incurante della clientela e dedito alla completa meditazione culturale autocelebrativa - musica classica, profumi, che bello sono un libraio mica un geometra, mi sono realizzato, anni e anni di progetto e ora ho la licenza, i muri, una vetrina, l'insegna in anticato, 12 metri quadri calpestabili, un arredo sobrio ed elegante (e costoso, va bene), e dei volumi davvero originali – certo, nessuno li vuole e qui non si vede un compratore da mesi, il che alla lunga potrebbe divenire preoccupante, ma non per me, ah!, non per me: non m'importa, sono diventato un libraio mica per soldi, io, questa è una missione, un martirio, e guarda che bel negozio – d'accordo, ho capito che è sempre vuoto! Ma pazienza: sono ricco di famiglia.

L'ansioso: appena vede entrare l'avventore gli salta addosso e tenta ad ogni costo di renderselo amico per guidarlo nella scelta. In che cosa posso servirla? Capisco, vorrebbe soltanto curiosare. Ma posso darle preziosi suggerimenti, sa? Conosco tutti i cataloghi a memoria, be', quasi tutti, ma di certo ne so più di lei, caro plebeo, mi dica quale genere le piace, lasci che l'aiuti. Lasci che l'aiuti, perdìo! Ah, vorrebbe essere arrangiarsi da solo in santa pace, dice. Giusto. Sì, ingresso libero, sta scritto sulla porta. Ma allora mi permetta solo di rivolgerle una domanda: ha già letto questo? Mai sentito nominare, vero? Eppure è magnifico, glielo consiglio, anzi, glielo incarto. Si fidi, dia retta, le piacerà e... ma.. ma.. Ehi aspetti, perché scappa adesso?

E poi c'è lui, il maleducato. Egli non ti ignora, né, viceversa, implora attenzione: semplicemente, ti odia. Sì, sì, ti detesta proprio. Detesta chi entra in casa sua (casa, negozio, vabbe', è la stessa cosa, comunque roba mia) e quindi, in segno di disprezzo quando lo saluti non risponde. Detesta tutti quegli intrusi (ma chi sono? Che vogliono da me?), detesta chi pretende pure di aggirarsi per gli scaffali, prendere in mano un libro dalle mensole e magari pure sfogliarlo, con quelle mani poi, che schifo, chissà se se le lavano. E no, quello non ce l'ho. E quell'altro neppure. No, nemmeno quello. No, non te lo ordino. No, non posso fare una ricerca sul computer, è rotto. No, non mi arriva settimana prossima nè mai. E sì, ecco bravo, vattene.

Riusciranno i nostri tre impavidi titolari di piccole librerie ad affrontare la concorrenza delle colossali e oscene catene di megastore prima di finire stritolati dai debiti? La logica sosterebbe, chi per un motivo chi per l'altro, che probabilmente no: non ci riusciranno. Peccato.

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