
Egocentrismo…
Non quello originato dalla brama di apparire, sempre e comunque…
Non quello dettato da una superba vanità…
Nemmeno quello che scaturisce dal sentirsi esseri perfetti e meritevoli, da emulare, ascoltare, adulare, mettere in primo piano, riprendere, fotografare, mostrare, davanti ai quali mettersi in ginocchio o in adorazione…
Non quello che fa pretendere sempre la prima parola …o l’ultima…
Non quello che vuole avere sempre ragione o che deve necessariamente calamitare qualsiasi platea…
Non l’egocentrismo narcisistico e irritante perché cieco agli occhi e al sentire altrui…
O quello che rende incapaci di accogliere ed ascoltare gli altri…
O ancora quello tipicamente infantile, che fa percepire se stessi come "centro del mondo", ritenendo che ogni cosa che accade sia dovuta a noi o rivolta a noi e che esistano solo i propri bisogni…
Ma un egocentrismo diverso…
Meno sfacciato…
Meno arrogante…
Meno evidente…
Ma non meno pericoloso…
E per il quale tutti siamo soggetti a rischio…
L’egocentrismo dettato da una propria insicurezza di base, che si tenta di nascondere e camuffare al punto di travestirlo sotto mentite spoglie…
Quello che mette in dubbio gli altri, perché gli altri fanno paura (li si vive come più bravi, più forti, più capaci…)…e allora dagli altri si inizia a pretendere, anziché ascoltarli…si finisce per gonfiarsi di vanità per non piegarsi su se stessi…si cercano specchi delle brame per proiettare l’IO che si vede, perché l’altro è sepolto e non lo troviamo più…
Difficile mantenere, una volta piombati in questo stato, quella sana umiltà che permette di crescere, quella vigile attenzione che consente di guardarsi attorno con curiosità costruttiva, quel mettersi in discussione non per distruggere, ma per riappacificarsi…
Labile il confine tra una spiccata autostima e un tentativo di far ruotare tutto attorno a sé…
L’egocentrismo che ti fa scappare per non affrontare…
Che ti appanna per non mostrare…
che ti fa sentire in credito con gli altri per non dover pagare loro il prezzo della comprensione…
c’e’ poi l’egocentrismo dettato dalla timidezza…
Un timido si preoccupa in maniera ossessiva di cosa pensano gli altri di lui, è focalizzato su se stesso, su quelli che teme essere suoi difetti, non sulle persone gli stanno attorno
Forse se smettesse di concentrarsi sui propri difetti e prestasse attenzione alle persone che gli stanno attorno o all'ambiente circostante, smetterebbe di sentirsi sempre in imbarazzo…Spesso poi è sempre l’egocentrismo che ci porta a credere che le altre persone - specie quelle che appartengono al nostro stesso ambiente - siano simili a noi.
Forse se smettesse di concentrarsi sui propri difetti e prestasse attenzione alle persone che gli stanno attorno o all'ambiente circostante, smetterebbe di sentirsi sempre in imbarazzo…Spesso poi è sempre l’egocentrismo che ci porta a credere che le altre persone - specie quelle che appartengono al nostro stesso ambiente - siano simili a noi.
Diamo per scontato che il nostro interlocutore usi i nostri stessi codici, dia alle parole il nostro stesso valore, provi le nostre stesse emozioni, abbia i nostri stessi obbiettivi, speranze e paure. Parliamo, esprimiamo concetti, ipotesi, connessioni, costruiamo supposizioni e crediamo che l'altro comprenda ciò che vogliamo esprimere; In realtà, il più delle volte, poi si scopre che la comprensione è solo apparente, superficiale.
E questo perché ognuno ha il proprio bagaglio interiore .. riuscire a capire ed ad accettare questa banalità, forse, è il primo passo per non sentirsi in difetto e ricorrere per questo all’alibi di un egocentrismo complesso..
Ascoltare gli altri, ma ASCOLTARLI davvero ….è forse un antitodo all’egocentrismo malsano e isolante…


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