giovedì 22 gennaio 2009

Libri


Leggere questo libro è qualcosa che non tutti possono permettersi. Chi cerca di essere o si sente pulito, allegro e felice, o chi non riesce ad accettare il fatto di essere caduto in basso e ad abituarsi al paesaggio, non dovrebbe nemmeno guardarne la copertina. Chi vive nel mondo delle meraviglie, rischierebbe grosso.
Non ha lo stile punk da ragazzini, quello emulato e copiato da mille cliché: questo è un mostro che espianta lo stomaco e si sostituisce ad esso, bestemmiando e sputando sangue. E' ribellione di cellulosa, e non si adagia su se stesso nemmeno per una pagina.
Letto con il giusto stato d'animo, e il giusto carattere, può diventare un'ossessione. Letto in un momento in cui c'è un amore da ammazzare, scacciato per essere confusamente rimpianto, scivolando dentro un vortice fluido e incatramato insieme a Rep, lo diviene a tutti gli effetti.
E' una storia d'amore, in fondo. Ma è viva, cattiva e lancinante. E come tutte le vere storie d'amore, quando finiscono, si prende un pezzo di sè e lo si infila in un congelatore, sperando un giorno o l'altro di non ricordarsene più. O forse no.



(Rep è una specie di eroe perseguitato dal destino, in fuga dalla realtà immobile di Cartagena. Vuole cominciare una nuova vita, non importa quale, ma intanto vuole dimenticare la ragazza che lo ha lasciato. Scappa per inconcludenti soggiorni nella metropoli, Bogotà, zigzagando fra le bombe degli attentati politici, le risse notturne, le sbornie e la noia.)

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