venerdì 27 marzo 2009

Daniel Pennac


Daniel Pennac, nasce nel 1947 a Casablanca. Figlio di un ufficiale ha viaggiato molto seguendo gli spostamenti del padre: ha fatto il suo debutto letterario con un pamphlet contro il servizio militare. Professore di francese in un liceo parigino, è autore oltre che di libri per ragazzi anche di quattro romanzi centrati sulla figura di Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio.

- Signor Malaussène -


Con il suo trasferimento nel 1970 a Belleville, che è l'epicentro della vulcanica azione dei suoi romanzi, Pennac ha trasformato prima la Francia ed adesso anche l'Italia in un fan-club della tribù Malaussène. Le oltre quattrocento pagine , esplodono come una bomba, una overdose narrativa, in grado di placare la lunga sete degli ammiratori. Si tratta infatti del trionfo del romanzo, nel senso più felice e completo del termine: una bella mole degna di Dickens o di Dostoevskij, una folta squadra di personaggi, tra cui sono equamente distribuiti buoni e malvagi, uno sfondo storico e sociale contemporaneo tratteggiato in tutta la sua complessità con poche ma inequivocabili pennellate, un complicato intreccio poliziesco in grado di mantenere vive l'attenzione e la tensione del lettore. La storia del "Signor Malaussène"? Sarebbe criminale rivelarla. Ci si accontenti di sapere che, in una Belleville assediata dagli ufficiali giudiziari, la tribù Malaussène oppone una strenua resistenza. Al centro dell'azione il cinema Zebre, dove deve essere proiettato, una sola volta e poi distrutto, il "Film Unico" di un vecchio e celebre produttore cinematografico, e la scomparsa di alcune prostitute meravigliosamente tatuate. In tutto il romanzo scorre una profonda consapevolezza del male e proprio da qui nasce la compassione e la solidarietà verso gli innocenti, verso le creature fragili ed emarginate che, sole, possono salvare il mondo. Questi buoni che non si piegano e che, nella persona del sommo capro espiatorio Malaussène, pagano per tutti e salvano il mondo, sono gli "idioti" di questo ottimo, dostoevskiano Pennac.

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