giovedì 23 aprile 2009

Più lontana della luna


Non so perché ho continuato la lettura di questo libro, malgrado le prime pagine mi avessero messo addosso un senso di disagio sottile e crescente. Forse la storia inusuale di questa donna, a me coetanea per età, sullo sfondo di una storia quotidiana italiana, che è stata anche lo sfondo della mia di storia, mi ha precipitato in una possibilità di scelte personali che sarebbero potute essere anche le mie scelte.
La protagonista “non vive” la storia del suo tempo, ci cammina attraverso, seguendo il filo dei suoi pensieri in fuga perenne alla ricerca dell’amore lontano, quello che proprio per il fatto di essere lontano, l’autorizza a viverlo nella piena e totale indipendenza e libertà, senza vincoli terreni che potrebbero affossarlo. In questa strana ricerca la costante rimane la fedeltà all’idea di se stessa che porta la protagonista a vivere relazioni personali essenziali e profonde, dove ciò che all’inizio, durante la lettura, mi destabilizzava, mi appare nel finale come l’unico modo possibile per donarsi agli altri. Di notevole pregio i passi in cui la protagonista scopre il valore della luce nel guardare alle cose del mondo.


Paola Mastrocola, Più lontana della luna, Guanda 2007

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