martedì 9 giugno 2009

Orazio "Carpe diem"


Non domandarti – non è giusto saperlo –
a me, a te
quale sorte abbian dato gli dèi,
e non chiederlo agli astri,
o Leuconoe;
al meglio sopporta quel che sarà:
se molti inverni Giove ancor ti conceda
o ultimo questo che contro gli scogli fiacca le onde del mare Tirreno.
Sii saggia, mesci il vino
– breve è la vita – rinuncia a speranze lontane.
Parliamo
e fugge il tempo geloso: cogli l'attimo, non pensare a domani.


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