domenica 29 agosto 2010

John Nash genio e follia di Piergiorgio Odifreddi



Un libro, di Sylvia Nasar e un film, diretto da Ron Howard, entrambi intitolati 'A Beautiful Mind' e di grande successo, hanno raccontato la storia di John Nash, il genio che ha legato il suo nome a una serie di risultati ottenuti nel giro di una decina d'anni e pubblicati in una decina di articoli, un paio dei quali gli sono valsi il premio Nobel per l'economia nel 1994.

È una tragica ironia del destino che un uomo (oggi 80enne, è nato nel 1928 a Bluefield in Virginia) che ha vissuto 25 anni da squilibrato, soffrendo di schizofrenia paranoide e credendosi l'imperatore dell'Antartide e il Messia, sia passato alla storia per aver introdotto la nozione di 'equilibrio' che porta il suo nome, ed è universalmente usata nella teoria dei giochi (che analizza le situazioni del conflitto cercandovi un apporto di razionalità): di un comportamento, cioè, che non può essere migliorato con azioni unilaterali, nel senso che lo si sarebbe tenuto anche avendo saputo in anticipo il comportamento dell'avversario. Questa 'mente meravigliosa' ha partecipato lo scorso anno al Festival di Matematica di Roma, e la cosa dev'essergli piaciuta: ci ritorna quest'anno per una conversazione pubblica con Robert Aumann, anch'egli un teorico dei giochi premiato col Nobel per l'economia nel 2005. Per l'occasione abbiamo chiesto a Nash di ripercorrere con noi alcune delle tappe della sua vita e della sua carriera.

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