
Non amo il Natale. Per me rappresenta tutto quello che dovrebbe essere ma che non è e non è mai stato. Rappresenta le delusioni, le promesse non mantenute, le speranze trasformate in disillusioni.
Non amo il Natale. Una festa che festa non è, gli auguri a parenti antipatici o assenti, gli obblighi conviviali, il tuffarsi su cibo e regali.
Non amo il Natale perché non conosco abeti addobbati nei giardini innevati, perché è lontano il tempo delle palle di neve, i pupazzi mai fatti perché non potevo uscire col freddo.
Non amo il Natale così diverso dalle cartoline illustrate, vissuto senza camino acceso, con ogni anno che passa che mi toglie una speranza di più.
Non amo la gente che corre per le strade, incazzata e nervosa per gli acquisti dell’ultima ora. Non amo il rumore, le suonerie dei cellulari continue e invadenti, le file per i negozi strapieni.
E vorrei amare il Natale, vorrei poter sperare in un mondo migliore e ogni anno mi strappo in due fra desiderio e disillusione, vorrei solamente poterlo passare davanti ad un fuoco acceso, solo con la luce che dà il camino, con una coperta sulle spalle, in silenzio, non da sola ma comunque in silenzio, ascoltando il semplice scoppiettìo dei ciocchi che ardono.Vorrei poter guardare sorrisi autentici e non quelli di circostanza.
Vorrei solamente essere lasciata in pace, a guardare un camino acceso, permettendo al corpo e al mio cuore di riposare una volta per tutte dalla fatica di essere al mondo…


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