venerdì 4 marzo 2011

FolliMenti


GHEDDAFI: MI RIPRENDERO' LA LIBIA

Da "LA REPUBBLICA" di giovedì 3 marzo 2011

Il Colonnello in tv contro Berlusconi: "L`ho costretto a baciarmi la mano". La Casa Bianca frena sulla "no-fly zone" Gheddafi: ríìi 1aLìbia "Bagno di sangue se la Nato attacca ". Guerra in tutto ilpaese dal nostro inviato VINCENZO NIGRO TRIPOLI G HEDDAFI conferma di essere Gheddafi. Un combattentesaltimbanco fino alla fine.

Non fuggirà all`improvviso come Ben Ali, non verrà messo da parte dall`esercito come Mubarak, perché lui è l`esercito, lui è le "istituzioni", lui è la Libia. Anzi per spiegare seccamente questo concetto chiaro a chi conosce il paese, ha usato proprio il premier italiano, rivolgendosi a lui che lo aveva abbandonato: «Berlusconi ha detto che non controllo la Libia?».

I O GLI rispondo che la // famiglia Gheddafi è la \\ Libia... non lascerò il paese, e se l`America o la Nato porteranno la guerra ci saranno migliaia di morti».

Perlaterzavoltadaquando in Libia è scoppiata la guerra civile, il colonnello è tornato a parlare in pubblico, al suo popolo e al mondo. Esserci dal mattino presto, aver seguito ad ogni fase della preparazione della cerimonia, unavoltatantofadavvero la differenza: vedere ogni pezzo della macchina della sicurezza e della propaganda gheddafiana muoversi per comporre il puzzle del Grande Discorso dà il senso del controllo che il colonnello continua a mantenere in città.

L`occasione è il 2 marzo, anniversario della proclamazione del "governo delle masse" del 2 marzo 1977: Gheddafi storicamente fa due discorsi-chiave all`anno, uno in questa data e l`altro il I° settembre, anniversario del colpo di stato del 1969.

Dal mattino gli attivisti dell`ufficio stampa sono frenetici, alle 7 sono già sui tavoli della colazione gli inviti al grande comizio fissato per mezzogiorno. Alle 10rassicurano: «L`esplosione che avete sentito prima è unacisterna che si è rovesciata ed è esplosa, andate a fotografare».

Per fare 800 metri, dal corpo principale dell`hotel Rixos al tendone delle conferenze in un giardino sul retro, arrivano autobus e minivan. Polizia ovunque, poi le truppe speciali vestite come i soldati americani, i cecchini sul tetto, poi la scorta dei fedelissimi con 15 gipponi Toyota. Per un`ora i discorsi di riscaldamento di uomini e donne arrivati da tutta Tripoli, attivisti e sostenitori del capo scelti con accuratezza chirurgico-sovietica dai capi. Urla, slogan, svenimenti, lacrime. Un teatro che non impressionai meridionali, masconvolge gli scandinavi.

Ci sono il primo ministro Al Baghdadi e gli altri ministri:

mancano quelli di Interni e Giustizia, appena sostituiti con un rimpasto annunciato al mattino dai giornali di regime come una normale crisi di governo in Italia. Il capo arriva alle 13,14, guidando da solo un`auto elettrica da golf come quella che gli haregalato Berlusconi.Avràimpiegato un`ora per indossare tutti i mantelli e i veli del suo costume.

Inizia a parlare alle 13,35, continuerà per più di due ore, impassibile e lucido, per poi continuare a rispondere per un`altra mezz`ora a suppliche e interventi di militanti. Lascaletta èsintetizzabile così: non mollo, non accetto l`esilio; questa è unaguerra iniziata da Al Qaeda;

la polizia ha sbagliato ad esagerare a Bengasi; se Italia eAmerica hanno paura di mandare avanti ipozzi di petrolio li darò a India e Cina (naturalmente gli ambasciatori erano presenti in sala).

L`esordio è metodologico, e spiega molto della follia per niente folle del personaggio:

«L`altro giorno ho parlato ai giovani, ho usato toni forti per incitarli a combattere. Adesso parlo a voi e al mondo, ascoltatemi con calma...». Poi il primo riferimento è al colonialismo italiano sconfitto, che per Gheddafi è il mito fondativo di quella cosa che lui ha chiamato "Giamahiria".

«Abbiamo costretto l`Italia a inginocchiarsi e a pagare i danni per il suo colonialismo, e ora l`Occidente si sente insultatoperché l`Italia mi habaciato la mano». In Libia non c`è nessun sentimento anti-italiano, e ieri Gheddafi non è stato più acido del solito contro l`Italia. Ma naturalmente gli è servito usare Berlusconi. Il colonnello si è chiesto perché le compagnie petrolifere sono scappate dalla Libia solo «per una manifestazione» mentre in Italia «ci sono state manifestazioni in 30 città per chiedere le dimissioni di Berlusconi e nessuna compagnia si è ritirata».

Provocando il mondo, ha ripetuto ancora all`Onu «venite e fate un`inchiesta, non potete decidere sanzioni sulla base di articoli di giornale. A Bengasi la polizia ha esagerato nel reagire a una rivolta di Al Qaeda, hanno sbagliato». Un diluvio di ricatti politici, di promesse diplomatiche e commerciali (come sbavavano gli ambasciatori cinese e indiano).

Ungioco che nascondel`altra mano: quella che in queste ore sta guidando un`offensiva militare che pezzo dopo pezzo stariconquistando l`Ovestdelpaese, la Tripolitana, e minaccia l`Est, la Cirenaica che ha già liberato Bengasi e mantiene a stento le altre città conquistate. Un`offensiva che se il mondo continuerà a dividersi fra le sue gelosie, fra i calcoli di chi vuole trovarsi in primalinea al momento della caduta (quanto tempo passerà?), riuscirà a fare molto male al popolo libico.

L`ultimo flash: ieri notte alle 11, come ogni sera, nel cielo di Tripoli hanno lanciato fuochi d`artificio, come ogni sera per confondere gli spari notturni e "festeggiare" un regime per 42 anni ha saputo navigare meraviglio samentefra lepieghe di un folle mondo che ha permesso a Gheddafi di essere Gheddafi.

Il futuro del Paese è nelle mani del popolo. Dal 1977 ho consegnato tutto il potere La nostra democrazia è senza governo e presidente Qui le compagnie petrolifere sono scappate per un corteo In Italia ce ne sono stati in 30 città perle dimissioni di Berlusconi: nessuno è fuggito L`ultima minaccia del rals a1 mondo "Migliaia di morti se la Nato interviene" Il leaderlibico: "Ho costretto i `Italia a inginocchiarsi"

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