sabato 16 luglio 2011

Prenditi cura di lei di Kyung-Sook Shin



Una donna scompare alla stazione di Seul.
Doveva salire sul treno con il marito che camminava davanti a lei, come al solito.
C’era folla.
Quando il marito si è girato indietro per vedere dove fosse, lei non c’era più.
Aveva sessantanove anni, o forse settantuno - era d’uso, per scaramanzia, per ingannare la morte, dichiarare in ritardo la nascita di un bambino. L’anziana coppia era venuta a Seul dal villaggio in cui abitava per festeggiare il compleanno di entrambi.
In genere uno dei figli veniva a prenderli alla stazione, questa volta erano tutti impegnati. O distratti da altre occupazioni. Per ritrovarla vengono affissi volantini con la sua fotografia, offrendo una ricompensa per informazioni utili.

Quante storie sono state già scritte su donne che scompaiono?
Che mollano casa e famiglia, mariti-padroni e figli sfruttatori, semplicemente perché non ne possono più?
Oppure donne che, a qualunque età, decidono di avere diritto alla loro vita, magari con un altro uomo, una vecchia o nuova amicizia?
Il romanzo Prenditi cura di lei della scrittrice coreana Kyung-Sook Shin è diverso da qualunque possiamo avere già letto.
A turno, una figlia, un figlio, il marito, prendono la parola per parlarci di lei, e di loro stessi, la sua famiglia.
Park So-nyo, la moglie e mamma, interviene per ultima, a chiudere il cerchio, a svelare di sé cose che gli altri non possono sapere
, a completare l’immagine.
E così noi conosciamo la donna come la conoscono gli altri e come lei conosce se stessa.

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