venerdì 7 novembre 2008

Amorevole sogno….sognante amore (sec. parte)


Il trillo del cellulare lo svegliò che era matido di sudore nonostante fosse inverno.

“Parlo con il figlio di Marta Valace?”

Il cuore gli scoppiò nel petto…. era morta….?

“Si, sono io” ansimò

“Sono l’anestesista del reparto di rianimazione. Sua madre è peggiorata…volevo avvisarla che quando verrà, stasera, la troverà intubata”

“Si può spiegare meglio? Non è morta vero?”

“No…ma è subentrato un problema cerebrale ed è stato necessario sedarla e farla respirare con il ventilatore automatico. Volevo solo avvisarla di cosa troverà.” E riagganciò senza farlo parlare.

Andò su internet e scrisse nel motore di ricerca “Intubare”. Su wikipedia apprese di cosa si trattasse.

Le lacrime cominciarono a sgorgare prima un modo sommesso poi sempre più dirompente.

Se moriva sua madre, cosa avrebbe fatto? Lei era tutta la sua famiglia. Non aveva fratelli, né padre il quale era morto, quando lui aveva tre anni, di incidente sul lavoro.

Si era creato un legame tra loro indissolubile, legame fatto di complicità ed amicizia.

Con le donne aveva un rapporto conflittuale. Quando si accorgeva che la relazione stava diventando troppo coinvolgente, le lasciava. Questa fobia, a detta di un suo amico psicologo, nasceva dalla convinzione che anche lui sarebbe morto giovane. Persuaso da questa errata raffigurazione mentale,

usava la madre come alibi. Quando si stancava della relazione le chiedeva di recitare la parte della madre possessiva e gelosa in modo tale da passare, agli occhi della malcapitata di turno, come un uomo succube. Lei spesso non era d’accordo perché nutriva il sogno di vederlo sposato e di avere per casa dei nipotini. Ma Federico non ne voleva sapere. “ Fai così perché non hai incontrato quella giusta….non ti sei mai innamorato…” gli ripeteva. E forse, anzi, sicuramente aveva ragione.

L’orario di ingresso pomeridiano era alle 19. Si sentiva ancora più teso della mattina, perché aveva letto su internet che per far tollerare il tubo oro tracheale, il paziente doveva essere sedato.

E così la trovò.

Un paio di pompe infondevano il sedativo, mentre il ventilatore respirava al posto suo.

Pianse di nuovo. Una mano gli toccò una spalla. Era la strega. La guardò con astio, mentre lei accennò un debole sorriso.

“Mi spiace per essere stata scortese stamane. Abbiamo avuto una mattinata orribile e per carenza di personale non sono potuta andare via.” si giustificò

L’odio di Federico improvvisamente sparì. “ Che l’è successo” chiese sapendo che l’interlocutrice

era in difetto e che questo le avrebbe sciolto la lingua.

“Ha avuto una emorragia cerebrale. Non posso dirle di più….poi il medico le darà maggiori informazioni.”

“Sente dolore?”

“Assolutamente no! E’ profondamente sedata.”

Federico riprese a piangere e la strega-non più tanto strega, si allontanò lasciandolo solo con il suo dolore. Un po’ gli spiacque. Avrebbe voluto qualcuno che lo consolasse. Quando era colpito da qualche angustia a tranquillizzarlo era sempre la madre. “E ora, chi lo farà?” si domandò piangendo ancora più forte.

La non più strega, tornò con un bicchiere di acqua e delle garze che lui usò per asciugarsi le lacrime visto che, come al solito, aveva scordato i fazzolettini di carta.

Sorrise porgendoglieli, mentre avvicinava con un agile movimento del piede, uno sgabello.

“Si sieda.” ordinò cordialmente e lui docilmente obbedì.

“Grazie, è davvero gentile.”

L’orario era terminato e doveva distaccarsi da sua madre. Da una parte ne fu contento. Non sopportava più di vederla così. Lei che era stata sempre viva e in salute, lei che non sarebbe mai uscita di casa senza un filo di trucco e i capelli sapientemente acconciati. Ora era lì. Pallida, spettinata, morta.

Il medico disse che aveva una massiva emorragia cerebrale, inoperabile. Non gli diede nessuna speranza.

“Quanto resisterà?”

“Non posso dirglielo. Un ora come un mese…..”

Ogni volta che parlava con il medico le ultime parole gli restavano scolpite nella mente.

Un ora come un mese!

Un mese…..

E il tempo infatti passò.


6 commenti:

  1. Patty ch sei brava te l'ho detto!!! madò mi fai piangere però!!! un bacione e continua a scrivere!! Silvia

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  2. grazie silvia ma la storia, anche se triste, ha un "mezzo" lieto fine....quindi non piangere smakkkkkkkkk

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  3. ciao patty ....no no la storia fa piangere anke me....ed è strano pensare checi sia un lieto fine ....aspetto la 3 parte ....kisss paola

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  4. Scommetto che stò salame senza palle s'innammora di qualche infermiera mentre la madre sta morendo... allora si che m'incazzo sul serio. Se è così, cara Patty, avevo ragione che era meglio che schiattava subito.

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  5. hahaahaah onda che te incazzi a fa?? poi te fa male allo stomaco leggi leggi anche la 3° e la 4° parte...............ciaooooooo

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  6. paola ho detto un quasi lieto fine.........smakkkkkkkkkk

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