martedì 17 febbraio 2009

L'inganno, il tradimento


XXXIV

Perché hai promesso una giornata splendida
Inducendomi a uscire senza alcun mantello
Lasciando poi che squallide nubi mi assalissero
Celando il tuo splendore in una cupa oscurità?
Non è sufficiente che tu irrompa tra le nubi
Ad asciugare la pioggia sul mio viso sconvolto
Nessuno al mondo può apprezzare una cura
Che rimargina la ferita ma non cura il male
Né può la tua vergogna consolare il mio dolore
E se ti penti a me resta pur sempre il danno.
Il pentimento di chi offende offre un fragile sollievo
A chiunque porti in sé la croce di un’offesa grave.
Tuttavia son perle le lacrime che il tuo amore versa,
Perle preziose che riscattano ogni tradimento.

XXXV

Non ti angosciare più, per quello che hai fatto,
Hanno spine le rose e fanghiglia le limpide fonti
Scure nubi ed eclissi offuscano anche la luna e il sole
E nei più bei germogli vermi osceni si annidano.
Ognuno commette gravi errori e io stesso ne faccio
Cercando di scusare le tue mancanze con i miei versi
Avvilendo me stesso per mitigare le tue menzogne
E scusando le tue colpe più di quanto sia l’offesa
Poiché alla debolezza dei tuoi sensi io trovo ragione.
Le donne che ho amato perorano la tua difesa
E iniziano contro di me un intenso processo
Tanto forte è in me la segreta e misteriosa lotta
Tra il rancore che mi dilania e il mio amore.
Da farmi complice del dolce ladro che a me ti ruba.

Shakespeare

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