lunedì 23 marzo 2009

Out Caesar aut Nullus, sarò un Cesare o una nullità


Questo post ha per me un signifcato speciale, e' uno di quei post che mi permettono mentre scrivo di capire un po' di piu' di me , in genere quando sono colta da questi raptus è perchè vado in conflitto con me stessa, non riesco nemmeno io a capire fino in fondo i miei pensieri ed i miei sentimenti, qualcuno a me caro mi taccia di eccessiva ingenua credulita', io oggi ho capito che non si tratta di ingenua credulità piuttosto di speranza; la speranza di poter essere me stessa senza che mi si equivochi, do fiducia a chi mi si avvicina, sostengo chi mi fa capire d' aver bisogno di sostegno...molte volte la moneta con la quale vengo ripagata e nel migliore dei casi l'ingratitudine e nell'ultima occasione con una vera e propria estorsione...ma altre volte dal mio modo di essere ho imparato come nel caso che vado a raccontarvi:

Ho conosciuto Cesare.
Aspetto quasi aristocratico, capelli bianchissimi, sorriso cordiale, tanto che, pur incontrandolo per la prima volta, gli rivolgo la parola mentre sorseggia il suo cappuccino.
Avverto in lui la coscienza, anzi il piacere della propria diversità.subito mi offre la sensazione di una grande amicizia e intimità.
Sorseggia il cappuccino con eleganza. “Gli esseri umani sono come il mare, se li trovi tranquilli, li navighi senza problemi, se sono in burrasca ogni metro è una conquista.” Una frase come questa mette subito in guardia e stimola il rispetto per l’intelligenza che rivela. Sdrammatizzo. “Ce ne sono pochi oggi di esseri umani tranquilli, sono quasi tutti tormentati dalla precarietà e dalle tasse. Lei sembra…”
“Chi è questa Lei?” Chiede Cesare con aria furba.”Diamoci del tu.” “Va bene.Tu non solo sei tranquillo ma lo specchio delle tue acque sembra immobile.” “Io vivo il privilegio della libertà, attorniato da persone inquiete cui il tempo non basta mai. Adesso ti saluto. Vado a lavorare.” “Che lavoro fai, Cesare?” “Il barbone.” Mi sfugge una risata, contenuta, per rispetto all’ipotesi che la sua sia una battuta di spirito. “Scusa Cesare, ma io pensavo fossi un direttore di banca o qualcosa del genere. Non hai certo l’aria del barbone.” “Vedi, se vestissi abiti stracciati somiglierei a tutti gli altri che tendono la mano nelle strade di questa città. La gente si impietosisce molto di più vedendo una persona ben vestita, dall’aria perbene, che tende, esitando, la mano.” “Straordinario.” Mormoro ammirata “Invece in questo modo vivo bene, ho una casa, e perfino posso fare un po’ di beneficenza. Prima, anni fa, avevo una piccola società ma il meccanismo delle tasse me l’ha divorata. Ho resistito per alcuni anni poi ho capito che, in questo Paese, il solo destino per le piccole società era chiaro. O scegliere il cammino della disonestà o accumulare sempre maggiori debiti. Qualsiasi modifica cercavo di fare alla mia attività per migliorarla veniva tassata e, anche se ero in passivo, dovevo far finta di aver guadagnato, altrimenti arrivavano verifiche e multe. Mi sono accorto che questo Stato non ama i suoi cittadini, ma li tratta come dei nemici. Allora ho chiuso gli uffici e ho teso la mano della mia dignità. L’ho rivisto nel pomeriggio, seduto all’angolo della via, di fronte alla banca Impeccabile, infilava nella tasca interna della giacca le numerose e sollecite offerte dei passanti.

A me cesare ha insegnato molto, ma se io non fossi stata un'ingenua credulona avrei rivolto mai la parola a Cesare in quel bar? Val la pena ...mettersi in gioco per imparare?

2 commenti:

  1. si ...ke ne vale la pena ...perkè ogni persona che incontri e a cui dai fiducia e aiuto nel bene e nel male ci lascia sempre un segno del suo passaggio,un esperienza di vita in più ... sia questa positiva o negativa. alla fine anche le esperienze o amicizie o incontri negativi possiamo trasformarli in pensieri positivi... azz stassera mi sn espressa troppo bene....mo me devo preoccupàà ...kiss eliiii by fairy

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  2. smack ..Paole' ...sei na skeggia!

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