giovedì 7 luglio 2011

Il Dottor Živago


TRAMA

Russia, 1914-Anni Trenta. Jurij Zhivago, dottore in medicina, sposa Tonja, figlia dei coniugi che l'hanno adottato da bambino. Durante una visita medica ha conosciuto Lara, giovane figlia di un sarto, da cui si sente attratto. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale Jurij e Lara si incontrano al fronte, dove lei lavora come infermiera. Scoppia la rivoluzione bolscevica e Jurij è sospettato per le poesie che scrive. Per questo si rifugia con la famiglia nella tenuta di campagna, poco lontano dal villaggio nel quale vive Lara, che intanto ha sposato Pasa, diventato il leggendario capo rivoluzionario Strelnikov. Tra Jurij e Lara inizia una relazione e, quando la famiglia del primo fugge in Francia, essi vanno a vivere nella tenuta di campagna di Zhivago. Ma gli eventi incalzano: Jurij ha disertato dall'esercito dei rivoluzionari ed è ricercato, mentre Lara aspetta un figlio. I due sono costretti a lasciarsi e non si rivedranno mai più. Anni dopo, quando entrambi sono morti, il fratellastro di Jurij racconta alla loro giovane figlia la storia dei suoi genitori.Il film propone il tema del contrasto tra vita privata e Storia, della dimensione individuale che viene travolta dal turbine di un grande sconvolgimento collettivo. La passione tra Jurij e Lara acquista così i connotati del classico amore impossibile della tradizione romantica e questo non tanto per i legami matrimoniali dei due protagonisti (in questo senso la vicenda utilizza altri materiali tipici del melodramma ottocentesco: l'orfananza di Jurij, la violenza subita da Lara, la fatalità che sembra segnare gli incontri tra i due innamorati), quanto per l'incalzante drammaticità con cui la Storia preme all'esterno (la Prima Guerra Mondiale, la Rivoluzione Bolscevica, la guerra civile tra Rossi e Bianchi, il Terrore staliniano, ecc..). La dacia isolata in un fiabesco paesaggio innevato, in cui Jurij e Lara vivono la loro intensa storia d'amore, diventa come il simbolo di un desiderio di fuga dal mondo destinato a rimanere irrealizzato.

Ma al tema sentimentale e all'avvincente registro romanzesco si abbina la riflessione (anche se nel film è più suggerita e accennata che approfondita) sul ruolo della poesia (e dell'arte) in un processo rivoluzionario e più in generale in rapporto alla sfera storico-sociale. Zhivago difende l'assoluta autonomia della creazione poetica da ogni interferenza esterna e quindi la sua essenza lirica e intimista, che non solo non contraddice gli ideali rivoluzionari, ma che può integrarli e arricchirli, laddove in URSS si stava imponendo una concezione estetica che subordinava l'arte a precise finalità politica.



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